Adyton – Diana Maat
Diana Maat è lo pseudonimo della giovane poetessa campana che si è aggiudicata la vittoria della XXII edizione del concorso letterario “Ossi di Seppia”. Studiosa di tarocchi rinascimentali si laurea in Lettere. Diana rimanda alla mente la dea delle selve, i culti lunari e segreti delle streghe, i misteri indecifrabili della natura. Maat è la dea egizia che rappresenta l’ordine cosmico ed è connessa alla prova della pesatura del cuore.
Ho incontrato Diana ad Arma di Taggia, la sua poesia mi è giunta fluida e serena. Nel 2015 pubblica “Adyton” per i tipi della casa editrice Kipple Officina Libraria. Nella premessa è l’autrice stessa a raccontarci il parto delle sue poesie, in gran numero avvenuto accanto ad un faggio di cinquecento anni, alla vista delle sue sorelle danzanti per la luna piena o nel tempo della raccolta delle erbe.
Diana Maat in questi suoi versi misterici ci invita ad intraprendere un viaggio, un viaggio segreto e a tratti destabilizzante. Quella che si snoda tra le diverse sezioni è una poesia della natura, una poesia magica abitata da dei, animali, erbe e piante. Spunta un «bucaneve tra le torri», «palme», ortiche, la rosa canina, il basilico, il timo, le more, i mirti; bestie selvagge, cigni, lepri, vipere… serpenti guardiani della saggezza, custodi del sapere, abitanti del ventre della Madre Terra.
È «Eden» e poi «Inferno», serafini ed «angeli obliqui», polpastrelli e sangue e riti magici. È una poesia selvaggia e pacificante allo stesso tempo, detentrice di verità e di misteri, una poesia terrificante e rassicurante. I versi della Sacerdotessa contengono l’«eco notturno», il canto, il silenzio, promesse e sacrifici, la morte e la rinascita. Decifrare è inutile, bisogna leggere, sedersi nel cerchio, partecipare al cosmo, sentire scorrere la musicalità dei versi, accogliere le parole semplici eppure potenti. Io ho fatto così. Ho permesso a Diana Maat di essermi da guida nel viaggio sapiente, e sto ancora camminando nella Natura.
Di seguito vi propongo alcuni estratti dal libro, che merita la lettura integrale.
Ascolta:
nel seggio
scorre
la linfa del Creato.
Ma io matta di te
mi agito,
e avida del tuo
delirio,
voglio scucirti il ventre
e poi mangiare,
le larve del sogno
*
Silenzio.
Nelle mie mani crescono le erbe,
nel mio grembo tremano le eclissi.
Ma tu chiamasti i venti a farmi guerra,
mentre urlavo insieme ai folli
sotto l’arco dei leoni.
*
Ero legata e mi persi
tra fontane di luce,
o passi d’angeliche forme!
Ora sono sporca
del grumo più nero:
e tu non dire a nessuno,
come gioisco sul patibolo.
*
Con i guanti neri
allineavi
bacche di ginepro sullo specchio.
Com’era caro, e gentile il caprifoglio,
o melodioso corno!
Hai tagliato in due il mio labbro
come si spacca un frutto:
una parte per la luce,
l’altra per l’oscuro.
Intervista breve
- Perché scrivere con uno pseudonimo?
Per essere libera dalla carne, il corpo al poeta non serve a niente.
- Come definiresti la felicità?
Come il silenzio dopo un lungo mantra tra gli alberi.
- Che rapporto ha con la natura Diana Maat?
È il rapporto d’amore che una figlia ha per sua madre: canto il corpo sacro della Dea, la porta della Vita, la casa armoniosa di tutti gli esseri.
- La poesia ha una componente magica?
E… Sciamanica, ditirambica…
- Mi sembra che in “Adyton” non compaia mai la parola amore, né il verbo amare. È un sentimento in cui non credi?
È il sentimento che guida tutte le mie azioni, il segreto che ho nascosto nell’Adyton. È una parola così sacra e potente che quasi mi spaventa pronunciarla.
- Chi è un poeta?
Messere il vento, voce gentil di primavera.
- Leggere “Adyton” è come percorrere una parte del tuo cammino. Che importanza ha il viaggio in questa raccolta?
È la Gioia! Lo spirito si desta, vuole far festa, il viaggio lo condurrà a Casa.
- Un poeta di cui non puoi fare a meno?
Messere il vento, voce gentil di primavera.
9. Diana Maat è?
Figlia della Luna, sposa di Virgilio, madre di tutti gli incantesimi.
- Consigliami un libro, un luogo, un sentimento.
La Dea bianca di R. Graves; la bocca del Vesuvio; la compassione.
Alessia Bronico