«Alla poesia il silenzio non serve, perché la poesia è tutto fuorché silenzio»: intervista ad Andrea Bassani.

 

Nel 2016 l’autore bergamasco Andrea Bassani pubblica la sua ultima raccolta poetica Lechitiel per i tipi di Terra d’ulivi edizioni. I suoi versi sono stati per me una cura, uno spazio di identificazione e riconoscimento, a volte un atto contemplativo e magico. Bassani è un poeta delicato e d’altri tempi che racconta con linguaggio semplice e musicale, che dice del dolore, dell’amore e della perdita, che parlando di sé parla a tutti noi, di tutti noi.

VI

Non regalate ai poeti altre parole,

non sanno che farsene.

I poeti non temono il dolore:

li trovi ancora là, nell’ora dell’addio,

in un limbo atemporale

dove non esiste la morte

e non esiste la vita.

 

Non regalate ai poeti il vostro cuore,

non vi ameranno:

loro vegliano giorno e notte,

la salma assente del corpo amato

nella camera ardente

del vuoto d’amore.

 

Non cercate di salvare i poeti,

non vi seguiranno:

non usciranno per voi dall’inferno,

perché sognano di poterlo commuovere

e per questo riavere dalle fiamme

tutto quello che gli è stato negato.

Andrea Bassani
Andrea Bassani
  1. Può un poeta allontanare il desiderio?

Un asceta, un monaco buddista. Un uomo che abbia raggiunto un alto livello di coscienza spirituale può superare il desiderio. Dunque anche un poeta, ma non in quanto poeta, purché abbia conseguito tale raro stadio interiore. Difficilissimo incontrare individuo, per di più se occidentale, capace di allontanarsi dal suo desiderio. L’umanità è per sua stessa natura simile a quelle canne sbattute dal vento, il vento dei desideri. Un poeta, in qualità di poeta, può sublimare un desiderio, può smussarlo e contemplarlo in ogni suo movimento, ma sempre restando legato ad esso per quella medesima poesia che ne ha modificato nome e forma.

  1. Lechitiel, da il nome al poema, è l’angelo della consolazione che distoglie dal desiderio del suicidio e sostenne Gesù del Getsemani nell’ora della prova. Che ruolo ha nella tua vita?

Lechitiel significa letteralmente “consolazione di Dio”, ciò che io ritengo attuino i nostri custodi invisibili servendosi anche della poesia, di un certo tipo di poesia, ammesso che ne esista un altro tipo. La poesia è costituita da parole, come la preghiera, come la magia. Dunque la poesia è divenuta nel mio vivere un’invocazione evocativa: invoca, evocando, qualcosa o qualcuno che interviene intelligentemente sul mio essere nel momento della debolezza, del cedimento. Questo qualcosa o qualcuno mi sostiene, mi consola, mi dà forza, mi spiega l’inspiegabile. Talvolta addirittura mi risolleva. Questo qualcosa o qualcuno io l’ho riconosciuto nella figura di Lechitiel: una bellezza compassionevole che plana sul dolore umano e viene in soccorso e porta amore e beltà, là dove altrimenti sarebbe solo un orrore privo di senso.

  1. Il tuo è un linguaggio semplice, molto musicale, hai la capacità di suonare per chi legge. Dico bene?

Il mio è un linguaggio semplice che affronta tematiche meno semplici, chiaramente, però il linguaggio non è volutamente semplice e non è volutamente musicale. Nasce così. In ultimo attuo un labor limae sul verso, ma non scelgo di essere né semplice né musicale.

  1. Silenzio e dolore sono elementi indispensabili ad un poeta?

Il dolore è nella natura dell’uomo, non vedo come se ne possa fare a meno. L’uomo è un’incarnazione dolorosa. Il silenzio non è indispensabile. Nel momento in cui c’è la percezione poetica non c’è silenzio. Quando sopraggiunge la poesia siamo fuori dal silenzio, c’è un apparente silenzio che non tace, che non è silenzioso. Il silenzio chiede Lechitiel-A-220x320solo silenzio. Alla poesia il silenzio non serve, perché la poesia è tutto fuorché silenzio. La poesia è un dire finanche del silenzio.

  1. «Vuoi sapere chi rimane? / Te lo dirò in parole povere: / resta la poesia. Il resto scompare.» Qual è il passaggio tra il prima e il dopo?

Il passaggio c’è ma non è afferrabile perché possa essere descritto: per questo è poesia. Il momento della perdita è impercettibile. Ti accorgi di aver perduto quando hai già perduto. Il dogma del passaggio sta in questa impercettibilità, nell’ incapacità di afferrare questo tempo fantasma in cui ciò che fu diventa mancato e rimane poesia.

  1. La tua è poesia che si trasforma in preghiera?

In Lechitiel la poesia nasce e si fa preghiera, acquisisce una coscienza tale per cui, successivamente, già nasce preghiera, matura, cosciente, e stavolta è la preghiera a farsi poesia, ma una poesia diversa da quella originale. Una poesia che non è più appiglio di sopravvivenza per restare in piedi, per non rovinare, ma qualcosa di più: è una poesia che si fa strada, viatico. Questa è la morale invisibile del poema.

  1. Hai messo in ordine scrivendo?

Che scrivere sia mettere in ordine non è una verità universale, ma è una verità mia, perché è l’effetto che ha su di me. Scrivere è quello che ottiene l’atto di scrivere per l’essere scrivente.  Non ho finito di mettere in ordine, perché non è possibile se non con la morte. Il pianeta terra è una dimensione di caos, la stessa interiorità umana lo è: dentro di noi c’è disordine, un disordine naturale che però siamo chiamati a risolvere, io credo.  Quindi scrivo come chi cataloga. E archivio i miei faldoni, da qualche parte.

Scrivere, per me, non è una contemplazione del caos, ma un atto di forza sul caos. È un po’ come quando il fantino, sul cavallo imbizzarrito, cerca di riprendere il controllo stringendo le redini.

  1. Amore e Bellezza coincidono?

Amore e bellezza possono coincidere. La coincidenza di amore e bellezza è una manifestazione divina e pure l’amore senza la bellezza, se amore è una manifestazione divina. Ma la bellezza senza amore non ha niente di divino né di buono, anzi direi che è una terra piuttosto pericolosa, talvolta letale.

  1. Dove risiede la felicità, nella rinuncia?

La felicità non risiede nella rinuncia. La rinuncia, però, è importante per ottenere dei traguardi spirituali che sono fondamentali per avere una qualche possibilità di ottenere una felicità, perché la felicità deve essere uno stato di coscienza perpetuo; se è temporale è una soddisfazione,  non una felicità. Quello di cui sono certo è che la felicità non è in grado di giungere per mezzo di situazioni materiali, perché la materia non conferisce la continuità.

  1. In biografia si cita Alda Merini, donami una delle sue poesie a te più care.

Ti farò dono di una citazione a me cara, per restare in tema con l’ultima domanda che mi hai posto: «La migliore vendetta? La felicità. Non c’è cosa che faccia più impazzire la gente del vederti felice».

Alessia Bronico

Andrea Bassani nasce a Bergamo nel 1980. All’età di diciannove anni, insieme a un gruppo di amici, costituisce una blues band del quale è cantante e si esibisce in locali notturni lombardi. A ventitré anni compone i primi versi e si avvicina con interesse al mondo della letteratura. A venticinque anni stampa la sua prima raccolta di poesie dal titolo Amore Androgeno (Edizioni d’arte Imedea).

Andrea bassani 2
Andrea Bassani

Nello stesso anno incontra la poetessa milanese Alda Merini, alla quale sottopone i suoi scritti. Durante un secondo incontro la stessa poetessa lo invita a proseguire sulla strada della versificazione con più alte ambizioni. Per Alberto Casiraghy pubblica la plaquette Mare (Pulcinoelefante) con un disegno di Giacomo Pellegrini. Nel 2007, in seguito a un’importante conversione spirituale, lascia famiglia, amici, lavoro e si trasferisce a Pistoia. Trascorre cinque anni d’inattività artistica durante i quali si dedica allo studio delle filosofie orientali e al volontariato. Solo nel 2013, a seguito dell’incontro col prof. Ernesto Marchese, relatore di una serie di conferenze sulla poesia classica e contemporanea, ricomincia a scrivere. Una sua silloge tratta dal poema Lechitiel è pubblicata e recensita dalla poetessa Maria Grazia Calandrone sulla rivista internazionale “Poesia” del Febbraio 2016 (n°312). Otto inediti vengono pubblicati su Nazione Indiana. Riceve due lettere di critica positiva dal Cardinale Gianfranco Ravasi. Pubblica nel 2016 per “Terra d’Ulivi edizioni” il poema Lechitiel. Il suo cantico della bellezza viene letto nelle sale affrescate del comune di Pistoia dalla compagnia teatrale “il rubino”. Partecipa a reading letterari e collabora con importanti personalità della letteratura contemporanea. Alcune sue poesie si possono ascoltare su canali youtube interpretate da Domenico Pelini, Grazia Gloria Apisa, Daniele Campanari e dall’autore stesso.

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